Stile della Tigre, caratteristiche ed attualità


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Lo Stile della Tigre è uno dei grandi classici nei corsi arti marziali, tant’è che è uno degli animali presenti nella famosa serie di Kung Fu Panda. Ma i bellissimi e accurati movimenti della Maestra Tigre non sono quelli del Nanquan, degli stili del sud, ma sono bensì più assimilabili ai movimenti delle arti marziali del nord, sviluppatesi spesso sotto l’influenza della dinastia mongola, dinastia molto acculturata, raffinata e curiosa.

Gli stili del sud sono quasi all’opposto.

Nati per difendersi dai pirati, per quanto rimangano stili di ARTI marziali, e pertanto comprendenti esercizi per la salute psicofisica del praticante, sono ben più pratici e terra terra, con movimenti spesso ben poco “cinematografici”.

Non per questo non sono uno spettacolo a vedersi, ma il loro “vibe” e generalmente diverso da quello che ci si aspetta comunemente dalle arti marziali cinesi, ritratte nei film come molto acrobatiche ed inventive (Jackie Chan). Lo Stile della Tigre e i Nanquan (stili del sud) in genere sono più vicini a quanto ci si immagina dal Karate, e soprattutto più vicini a quanto si vede del Wing Chun (vedasi tutta la serie dei film di Ip Man).

Lo Stile della Tigre è uno stile duro, che prende direttamente dalla grinta del praticante, anche dalla rabbia, volendo: i cinesi a differenza di noi occidentali non associano nessun animale a qualcosa di prettamente negativo, ma la tigre fa eccezione. Sempre senza diventare “l’animale del male”, ma è più facilmente associato alla negatività.

Lo Stile della Tigre è quindi particolarmente adatto da far studiare a chi ha bisogno di esprimere anche quelle tanto temute emozioni negative che la società vuole rimuovere, soprattutto nei giovani. I ragazzi che praticano lo stile della tigre hanno una ottima occasione di sfogo, di tirare fuori la grinta, di conoscere il proprio lato bestiale per non esserne travolti.

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Domare la propria bestia tigre, per poter diventare una adulta, forte e protettrice tigre.

Sì: nell’antichità si proteggevano dai pirati facendo le tigri. Classico “combattere il fuoco con il fuoco”.

Trattandosi comunque di arte marziale non manca di parte acrobatica, utilizzo di armi, schemi di gruppo, forme e quant’altro sia previsto nelle altre arti marziali cinesi. L’approccio è solo più pratico, e ben si presta allo studio di altri stili come il Wing Chun o allo studio delle difese personali più moderne (che spesso vanno a pescare proprio dal Wing Chun), senza diventare troppo specializzate e quindi ripetitive.

Stile adatto a tutti, e che finalmente oggi viene praticato da ogni tipo di fisico e con ogni tipo di obiettivo, non solo la carriera agonistica.

L’era delle Tigri è arrivata anche in Italia.

– Articolo di Lorenzo Ubaldo Biscaglia Giancola


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